CENNI STORICI PALMA DI MONTECHIARO
Palma di Montechiaro sorge su una collina sulla fascia litoranea, poco distante dal capoluogo Agrigento.
Il ritrovamento di reperti archeologici risalenti al II millennio a.c. e la presenza di numerose tombe sicane, dimostrano che in questo territorio, fin da tempi remoti, vi furono insediamenti umani i cui abitanti erano dediti all'agricoltura ed alla pastorizia.
Nel XII secolo a.c., i rodio-cretesi che popolavano la fascia costiera tra Gela e Palma, a scopo difensivo, fortificarono i siti di Castellazzo e Piano del Vento, punti strategici dai quali è visibile tutta la costa.
Il primo atto della storia di Palma, solo nel 1865 la città si chiamerà Palma di Montechiaro, è la costruzione del Castello Chiaramontano ( 1353), che si staglia lungo la costa a metà strada tra Punta Bianca e la foce del fiume Palma, ad opera di Federico Prefoglio che di lì a poco passò ai Chiaramonte, da cui prese il nome.
L'atto di fondazione della città di Palma porta la data del 25 aprile 1637. Nello stesso documento si rileva che a fondare la città fu Carlo Caro Tomasi dopo avere ottenuto
il 16 gennaio 1637 la " licentia populandi " dal re Filippo IV.
Il 3 maggio 1637 fu posta la prima pietra.
La scelta del luogo dove sorse la città fu davvero felice se, non appena mezzo secolo dopo, l'abate Saint-Non nel suo " Voyage pittoresque " ebbe a scrivere "...Questa graziosa cittadina è molto popolata ed ha una posizione incantevole: i dintorni sono pieni di giardini deliziosi e tutto questo paese è in genere d'una abbondanza enorme di vigneti, di coltivazioni e di ogni sorta di alberi da frutta..."
Nel 1640, Carlo, primo duca di Palma, sentendosi portato per la vita monastica, rinunciò al ducato in favore del fratello Giulio che sposò Rosalia Traina, nipote del vescovo di Girgenti, da cui nacquero, tra gli altri, Isabella Domenica, oggi venerabile, e Giuseppe Maria canonizzato il 12 ottobre 1986.
I primi abitanti di Palma vennero da Ragusa, città natale dei Tomasi, e da Agrigento, Licata, Naro, Caltanissetta.
A difesa della città dagli attacchi provenienti dal mare dei pirati saraceni il duca Carlo fece costruire, dopo avere ottenuto il permesso da Filippo IV di Spagna, una torre che dedicò a San Carlo.
E' da registrare che Palma, dopo pochi anni dalla fondazione, ebbe un notevole aumento demografico tanto che nel 1652 furono censite 2.470 abitanti e 473 abitazioni.
La città fu costruita seguendo una ideale pianta a maglia ortogonale.
Innumerevoli furono le iniziative sociali e filantropiche dei Tomasi, tanto che il II duca di Palma Giulio può essere considerato appieno un " riformatore sociale " e per la sua religiosità meritò l'appellativo di Duca Santo.
Fece costruire sulla collinetta denominata il Calvario, la Chiesa di Santa Maria della Luce, e, da uomo religiosissimo qual era, realizzò una via crucis che rappresentava il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota ed ottenendo per quei pellegrini che la percorrevano, l'indulgenza plenaria al pari di quelli in Terra Santa.
Istituì una sorta di sussidi di disoccupazione, il monte di pietà ( colonna frumentaria ), fece costruire un ospedale, un asilo per le fanciulle bisognose e un collegio per la rieducazione delle "reepentite ".
La prima dimora dei Tomasi in Palma è il Palazzo ducale che nel 1659 fu trasformato in Monastero delle Benedettine per accogliere le figlie e la moglie del Duca Santo. Attigua al Monastero vi è la chiesetta di Maria Santissima del Rosario. Entrambi esempio pregevole del barocco siciliano.
Altro esempio del barocco siciliano è la Chiesa Madre, con annessi l'Oratorio del Santissimo Sacramento e l'Oratorio del Santissimo Rosario, che sorge maestosa in cima ad una lunga e larga scalinata.
Sono ancora da ricordare l'ex convento dei Padri Scolopi, oggi sede del Comune, con annessa la chiesa della Sacra Famiglia, la Chiesa di Sant'Angelo, detta della Batiella.
Altre chiese sono degne di menzione come la Chiesa del Purgatorio e la Chiesa del Collegio di Maria.
Tra il 1653 e il 1659 fu costruito il Palazzo Ducale, dopo che il primo venne inglobato dal Monastero delle benedettine.
fonte: testo dal sito comunale
CENNI STORICI PALMA DI MONTECHIARO
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