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STORIA DEL PRESEPE IN LIGURIA:


STORIA DEL PRESEPE IN LIGURIA

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L'arte del presepe nasce in Liguria in etā barocca specialmente a Genova dove č pių influente la committenza di aristocrastici e ricchi mercanti.
Le prime produzioni sono statuine intagliate nel legno, dorate e dipinte, che prendono come modello opere presenti nelle chiese della cittā e del circondario, create da artisti come il Gagini, l'Orsolino, il Foppa, il Brea, il Bergamasco, il Semino e i fratelli Calvi.
Si tratta di una tradizione che procede di pari passo con il costume devozionale delle processioni durante le quali č usanza trasportare a spalla grandi statue.

Ma č nel corso del Seicento e soprattutto nel Settecento che si moltiplicano i personaggi che compongono la scena presepiale ligure, ai pastori si aggiungono contadini, artigiani, nobili e popolani, paggi, mendicanti e animali.
Le nuove produzioni determinano diverse scelte tecniche e impongono una rivoluzione del gusto: non pių statuette lignee dipinte, ma manichini di legno abbigliati con vesti ora povere ora sontuose, a seconda del personaggio rappresentato.
 L'abilitā dell'artista si concentra sulle teste e pių in generale sulle parti della statua che rimangono scoperte: capostipite di questo stile č Anton Maria Maragliano creatore di un linguaggio figurativo di maniera ma raffinato che si fa pių realistico solo pių tardi con artigiani liberi ormai dalla sua influenza.

A determinare un'ulteriore svolta dei presepi liguri č la Rivoluzione Francese e il nuovo ordinamento libertario e democratico importato in Liguria dall'esercito napoleonico. Sotto i colpi francesi tramonta il vecchio ceto dominante e con esso si estingue la committenza nobiliare e borghese. Tuttavia le tendenze gianseniste, tese a eliminare le pratiche religiose folcloriche non attecchiscono tra la popolazione.
Proseguono giā dall'inizio del Ottocento le sacre rappresentazioni su testi in vernacolo e in lingua, cosė come si mantiene viva la tradizione del presepe che ora, dovendo soddisfare le esigenze dei meno abbienti, perde le sue preziositā scenografiche e la sontuositā delle vesti e degli accessori per ridimensionarsi in una produzione di serie, riferita a pochi modelli raffiguranti popolani e popolane da esporre nelle case durante il periodo natalizio.

Ma i costi sono ancora troppo alti, le statuine non sono alla portata di tutti. Č in questo momento che la terracotta sostituisce il legno e la produzione industriale quella artigianale, passaggio favorito anche dalla presenza delle fornaci di Savona e Albisola in cui si producono oggetti in ceramica.
I "figurinai" si moltiplicano e tra loro il pių celebre č lo scultore di Savona Antonio Brilla.
Ogni figura č portatrice di un dono diverso: canestri di frutta, verdura e pane, zucche, cavoli, pollame, capretti, piccioni, pesci daranno l'impronta della tipologia presepiale ligure dell'Ottocento.

Ma accanto alla produzione industriale si affianca ad Albisola quella casalinga.
Le statuine, riproduzioni di personaggi popolari, denominate spregiativamente "macachi" ossia balorde perché malamente abbozzate e dipinte, hanno tutte un soprannome che le individua: "Campanāa", "Circia", "Fata Geėnėn", "Nanėn a Cioa", "Tere a Russa", "Mominėn", nomi che sostituiscono i marchi di fabbrica.
L'ultima depositaria di questa forma di artigianato č Beatrice Schiappapietra attiva ad Albisola fino al 1970. Mentre tra gli ultimi epigoni dell'arte presepiale ligure ci sono gli scultori Arturo Martini e Tullio Mazzotti che negli anni Venti del secolo scorso progettano presepi fissi in ceramica, nello stile improntato ai canoni estetici proposti dal movimento futurista.

fonte: wiki


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